Le interviste / Roberto Petza

19 febbraio 2008  |  di Piero Careddu

Roberto PetzaIntervista flash a un grande cuoco sardo. Roberto Petza, all’indomani del travagliato finale della sua vicenda cagliaritana, è un’uomo sereno che si divide tra il locale della moglie e il loro piccolo bambino di un anno. Non sembra che abbia una grande fretta di rimettersi in gioco, forte della grande visibilità e del prestigio accumulati negli ultimi cinque anni, prestigio e successo di dimensioni mai toccate da un cuoco sardo. Dell’antipatico epilogo di cui parlavamo all’inizio, si è scritto e riscritto parecchie pagine e non credo valga la pena tornarci su; senza entrare nel merito delle responsabilità resta un grande mistero: come una città come Cagliari sia riuscita a perdere un personaggio della levatura di Roberto, che gli aveva appena regalato una Stella Michelin, senza un minimo di mediazione superpartes…. Lo raggiungo al cellulare in un momento di relax ed è come sempre cordiale e disponibile.

- Ciao Robè, che fai?

- In questo preciso istante sono in spiaggia al Poetto e sto giocando con mio figlio.

- E’ la prima volta che ti intervista un collega? A me viene da ridere…

- Si in effetti non mi era mai capitato chiedimi quello che vuoi…

- Domanda scema ma obbligata: progetti per il futuro?

- Mi sto guardando attorno senza fretta, ancora non so davvero che farò. L’unica certezza è che continuerò a fare il cuoco perchè è l’unica cosa che mi interessa dal punto di vista professionale.

- Un bilancio sintetico dell’esperienza cagliaritana?

- (pausa) Ehhhhh! Che dire? Nel complesso molto positivo. Io ho cercato di dare tanto alla città e devo dire per onestà che mi sono preso anche delle belle soddisfazioni. E’inutile nasconderti che mi è rimasto un po’ di amaro in bocca per come sono andate le cose nel finale. Cagliari è un po’ strana, ti guarda crescere e poi ti sega le gambe. Io per fortuna ho davanti a me tutta una una serie di opportunità che mi consentono di parare il colpo e andare avanti con tranquillità. E’ stata comunque un esperienza stimolante!

- La tua cucina in pochi concetti?

- Cuore, gusto, semplicità e immediatezza…

- Grazie Roberto e buonissima fortuna!

6 Commenti a “Le interviste / Roberto Petza”

  1. fabrizia scrive:

    <p>Ho conosciuto Roberto quando, appena tornato in Sardegna, aprì il suo locale a S. Gavino. Ho seguito passo passo la sua crescita, organizzando varie iniziative nel suo Ristorante con Slow Food. Mi sono emozionata quando Il Gambero Rosso l’ha recensito… mi sono detta che sarebbe stato l’inizio di una grande carriera, e così è stato… sono sicura che Roberto continuerà a deliziarci con le sue proposte… io lo vedrei bene in un posto altamente esclusivo… per il momento sento di ringraziarlo per le sue splendide creazioni… FORZA ROBERTO!</p>

  2. piero scrive:

    anch’io ho conosciuto Roberto ai tempi di San Gavino. Siccome ho sempre pensato che un cuoco è grande quando, all’interno di un pasto con più portate, riesce a farti emozionare anche solo con un piatto (per emozionarsi intendo dire che ti porti nella mente quei sapori e quegli equilibri per molto tempo) Roberto nella mia prima e unica mangiata Sangavinese, di quei piatti che emozionano me ne fece più di uno!
    Non voglio fare torto a nessuno, ma non posso non riconoscere che questo ragazzo è riuscito a centrare come nessun’altro, l’obbiettivo di
    rinnovare la cucina sarda con i piedi ben piantati nella tradizione.
    Spero vivamente che non lasci la Sardegna.

  3. barbara scrive:

    i miei migliori auguri a roberto per una nuova attività. E speriamo che non tardi ad arrivare, la sua cucina ci manca molto!

  4. Roberto scrive:

    Ho avuto il piacere di pranzare a s’apposentu e vivendo a Milano leggo solo ora che purtroppo l’avventura di Roberto si è conclusa in questo modo.Lo ringrazio per avermi dato l’opportunita di gustare piatti veramente splendidi,
    e sono sicuro che una persona come lui e con le sue qualità saprà farsi valere.Un imbocca al lupo e grazie ancora

  5. fabrizia scrive:

    Ma si sà che fine ha fatto? E’ al Lisboa?

  6. Federico scrive:

    Si è al Lisboa… ovviamente non può esprimersi al meglio, ma in ogni caso è bello poter andare ancora a sentire il suo tocco… speriamo rimanga a Cagliari, la ristorazione sarda ha bisogno di artisti come lui… e Piero…

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