Alla fine della fiera…
Alla fine della fiera resta poco… Il vino italiano vende sempre meno e non riesce a uscire dagli stereotipi. Molti enologi apprendisti stregoni continuano a fare il bello e il cattivo tempo, tanti piccoli produttori si lasciano abbindolare dalle chimere di un mercato psicotico e assaggiare è deprimente al punto che, salvo qualche produttore naturale o qualcun’altro attento al territorio, il mio Vinitaly è trascorso all’insegna di una noia al limite del rifiuto del vino. Bianchi sempre più bananosi, rossi vanigliosi e profumati di brodo di carne; qualunque sia la latitudine, l’annata, il terreno. Se questa è la qualità non mi sento di escludere l’ipotesi di diventare astemio… (non se ne parla nemmeno!). Questi i primi pochi pensieri a caldo in attesa che mi venga da scrivere qualcosa di meno catastrofico. Difficile.
14 aprile 2010 alle 10:44
Ih Mastru, a bellu puntu semusu! Mia sorellina che come sai era al vinitaly a lavorare come te e che come te è molto critica è rimasta strabiliata dal nuovo vino dolce di Cherchi.
14 aprile 2010 alle 12:08
E si caro Antonio purtroppo il Maestro ha ragione, c’e’ troppa omologazione !!!
15 aprile 2010 alle 23:01
è sempre bello leggere l’entusiasmo di Piero!!
io porto la mia umile testimonianza di triste emigrato: grazie a lui ed ai vini di Paolo ed Alessandro Dettori ho visto un mio spocchioso collega parmigiano commuoversi all’ultimo goccio rimasto nel bicchiere di Moscadeddu, dopo avere, OVVIAMENTE, degustato tutto il degustabile!!
grazie piero (e grazie Alessandro).
f.to quello che non ha più l’accento sassarese cazz!
16 aprile 2010 alle 10:18
Pensa che io il Vinitaly l’ho visto dall’acquario!
18 aprile 2010 alle 10:16
Dico la mia sul Vinitaly. Un grande incontro tra amici ed amanti del buon bere. Ogni anno, comunque, nella massa abnorme di produttori, si scoprono delle chicche nascoste. Quest’anno, per la presenza di amici, ho dedicato un bello spazio alla Sardegna. Alla conferma di Dettori ( che conoscevo prima che nascesse l’amicizia con il Maestro, anzi questa è nata proprio da tale conoscenza comune), spiccano il volo senza dubbio Cherchi e la grandissima Annamaria. Se il suo Merlot, ottimo vino, resta comunque omologabile ad altri bei vini di altre parti del mondo, il suo Cannulari illumina il cielo da Alghero ad Olbia e a Cagliari. Veramente strabiliante. W la Sardegna ed i suoi tesori nascosti.Un grazie ad Alessandro ed al Signor Paolo che non mancheremo di riincontrare questa estate, con più calma, ed al loro Ottomarzo, vino di rara espressività e profumi. Mancava all’appello il Manca di Nurri, mai i suoi vini arriveranno a Roma a fine Maggio. Sulle delusioni pongo un velo pietoso. Saluti.