Ignazio I° e faccio pace col vino…

23 novembre 2009  |  di Piero Careddu

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Qualche amico ogni tanto mi chiede perché da tanto tempo non scrivo più su Taribari. Non gli so rispondere. Non so che dirgli perché non ho ancora capito se, in materia di enogastronomia, non ho più niente da dire o se ho talmente tanto da dire che, essendo negli ultimi anni così cambiato il mio approccio a cibo e vino, quello che andrei a scrivere potrebbe risultare pesante e antipatico al punto di farmi perdere le poche ultime amicizie che il mio caratteraccio non ha falciato. Per farmi tornare la voglia di buttare giù qualche riga ci voleva l’arrivo sulla mia tavola di un vino nuovo. Per la verità lo avevo assaggiato qualche mese fa direttamente dal contenitore di maturazione e già sembrava promettere buone cose. Si tratta della nuova creatura di Sebastiano Ragnedda. Per i pochi che non lo conoscono Signor Bastiano è, oltre che inventore del primo Capichera, anche l’autore di quello che ho considerato la più bella sorpresa degli ultimi 10 anni in materia di vino: il vermentino Matteu  (vedi Taribari 31.01.2008 e 28.10.2008). Di quel vino ho scritto tutto il bene che meritava, come     faccio per le pochissime bottiglie che riescono ancora ad   emozionarmi e a strapparmi un applauso: un capolavoro di eleganza, struttura e originalità. Oggi mi trovo davanti il bicchiere colmo di IGNAZIO PRIMO: ancora vermentino di Gallura e ancora una volta  la coraggiosa scelta di rinunciare alla Docg , caratteristica che lo accomuna al fratello maggiore Matteu, insieme al vitigno e all’ideatore.

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Sempre Gallura ma altra vigna, altra esposizione altro microclima: ci troviamo in comune di Luogosanto, in uno stazzo che Ragnedda ha ribattezzato Altacutena, 60 ettari di superficie vitata su una media collina a 140 metri, sul classico terreno a disfacimento granitico che si alterna a grandi macchie di terra nera ricca di humus; una collocazione ideale per chi fa vino con l’obbiettivo di fare soldi: posizione e fertilità del terreno da grandi rese e da centinaia di migliaia di bottiglie. E invece ancora una volta Sebastiano ha lasciato in ufficio il suo naso da imprenditore e lo ha sostituito col cuore di vignaiolo interessato solo e solo a fare eccellenza: Ignazio Primo è prodotto con una resa per ettaro di circa 35 quintali. Numeri da grande domaine borgognone!

Ecco cosa mi ha dato l’assaggio del nuovo nato:

IGNAZIO PRIMO 2008
Vino da Tavola
Altacutena srl – Arzachena

Colore giallo lucido e intenso di buon spessore. Naso fine, elegante, femminile. Presente al gran completo, come raramente accade, tutta la gamma dei riconoscimenti più tipici dell’autentico Vermentino di Gallura: frutta matura in forma di mela gialla, melone bianco,  caki; il campionario delle suggestioni vegetali ci suggerisce il mirto in fiore, la ginestra, il fieno tagliato; a impreziosire il tutto una nota garbata di minerale e brezza iodata che conferisce quel pizzico di complessità  che serve a chiudere il cerchio. Al palato ha un ingresso di forte impatto aromatico che riporta piacevolmente la carica fruttata delle olfazioni;  nonostante il recente imbottigliamento non sfugge all’assaggio il grande equilibrio tra la carezzevole presenza alcool-glicerica e la freschezza di un’acidità che trasmette sensazioni giovani e rende il vino di facile beva anche per palati non particolarmente esperti ed esigenti. Una perfetta sintesi tra un vino di razza, ricco e strutturato e un vino versatile che si presta a momenti di alta cucina di mare così come ad essere bevuto in barca davanti ad una semplice frittura di pesce fresco.

A tavola: con zuppe di pesce anche piccanti, pesci grassi alla brace, fritture, panadas di anguille, formaggi freschi a pasta filata,  ricotta fresca col miele. Raccomando, anche durante la stagione calda, di non abbassarne troppo la temperatura. Mai  sotto gli 11/12 gradi. !

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4 Commenti a “Ignazio I° e faccio pace col vino…”

  1. jaco scrive:

    lo proverò :)

  2. Paola scrive:

    interessante … grazie Piero

  3. graziano scrive:

    Piero, lo trovo su al freddo Nord?

  4. Emiliano Mulas scrive:

    Bello leggere ciò che scrive; le descrizioni dei vini in particolare, si capisce lei voglia arrivare alle persone e non piacere solo a se stesso. Complimenti

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