la gallura biodinamica di mariotti

22 novembre 2017  |  di Piero Careddu

La notizia di una vigna biodinamica in Gallura mi è arrivata alla fine dell’estate scorsa. Grande curiosità alimentata dall’ottima presentazione che mi fecero a suo tempo di Francesco Mariotti, i miei amici vignaioli di Bortigiadas Tatiana Holler e Carlo Deperu. Il Vermentino di Gallura è il vino della mia vita e ogni volta che riesco a berne un’interpretazione che esuli dalle numerose deturpazioni alle quali è sottoposto, per me è un giorno di festa. Figurarsi il sapere che, in una regione conservatrice come la nostra, un matto si era messo a fare viticoltura estrema, proprio nella sottoregione meno aperta alle “stranezze”, dell’intera isola! Dovevo conoscere assolutamente il personaggio e possibilmente assaggiare il vino della mia vita in versione biodinamica.  Il giorno è arrivato in un tiepido e assolato giovedì di metà novembre.

Francesco è un imprenditore impegnato in molti fronti ma sono bastati pochi minuti in giro per la vigna, per capire che l’agricoltura pulita e il vino sono state due folgorazioni che lo hanno fatto “ammalare” in maniera irreversibile. Non me lo ha confessato con chiarezza ma, dalla lunga chiacchierata, sono emersi più indizi che mi fanno credere in una  prossima scelta di vita definitiva, dove il vino sarà protagonista assolut0. Persona semplice e solare mi ha subito raccontato, uscendo dalla fornitissima Enoteca che gestisce all’ingresso di Tempio, dell’incontro quasi casuale con la biodinamica, i numerosi corsi, l’aiuto e l’incoraggiamento determinanti di Alessandro Dettori e un amore verso la terra, che cresceva giorno dopo giorno, parallelamente alla voglia di produrre rispettando l’ ambiente e il suo paesaggio a dir poco struggente. La vigna è un piccolo gioiello incastonato in un altipiano che si affaccia verso Calangianus e Luras. Vermentino, Caricagiola e Pascale i tre vitigni che alleva e con i quali ama giocare in numerose microvinificazioni che ho avuto il privilegio di assaggiare nella piccola cantina dove vinifica. Acciaio e tonneaux nuovi e vecchi i contenitori con i quali ricerca la personalità e il profilo organolettico definitivo delle sue creature. La cosa che maggiormente impressiona nelle produzioni di Francesco è come, in condizioni di assoluta artigianalità, riesca ad ottenere pulizia e “leggibilità” nel prodotto finito. Il Vermentino RAICA del 2016 è quello che ho scelto per la descrizione che segue ma, vi assicuro, che Caricagiola e Pascale non sono da meno per pulizia e personalità.

RAICA 2016  Isola dei Nuraghi – Azienda Agricola di Francesco Mariotti – Tempio Pausania

Il cromatismo è giallo citrino pieno e lucente, reso ancor più charmant da una leggera velatura. Il naso pulito e asciutto è ricco di suggestioni vegetali e di frutta matura a polpa bianca che si sviluppano su una solida base minerale iodata. In bocca si esprime al meglio con un ingresso deciso, ma non sgomitante, che avvolge il palato alternando alla rotondità alcoolica, le sensazioni rinfrescanti di un’acidità  ben presente. Grasso e sapido con una lunga coda aromatica, che ripresenta in fase retrolfattiva i ricordi di selva e sottobosco rilevati al naso. Vino che può essere collocato a tavola in diverse situazioni gastronomiche ma che mi pare possa dare il meglio di se con zuppe di pesce piccanti, minestroni estivi profumati, pesci alla griglia, formaggi di capra poco stagionati.

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