Il Mare nel Castello
LA GRANDE CUCINA DI MARE A “LA GUARDIOLA”.
Inizio dalla fine: ho mangiato bene, anzi benissimo! Nel Ristorante sistemato nella posizione più bella della Sardegna si fa una cucina di mare ricca, diretta, istintiva. Un qualcosa a metà strada tra i piatti di ottime trattorie marinare anni 60 e la ricerca raffinata di certi bistrot marsigliesi. Il Ristorante La Guardiola, locale storico di Castelsardo, si trova sulla punta più alta del Castello nel cuore del centro storico dell’antico borgo. Una quarantina di posti a sedere all’interno della veranda coperta che diventano poco più di un centinaio durante la stagione estiva; una sala calda e ben apparecchiata dove la cura dei particolari viene inevitabilmente sopraffatta da una vista che toglie il respiro anche all’osservatore più arido e distratto. Il panorama e l’atmosfera carica di storia rendono difficile il lavoro del gourmet che vuole concentrarsi sulle emozioni offerte da un cibo perfettamente in sintonia con la situazione ambientale. I due proprietari, Giampaolo e la sua consorte cubana Mayrin, sono le due anime che tengono vivo un Ristorante che negli ultimi anni ha fatto evidenti sforzi di rinnovamento e salti di qualità non indifferenti; si percepisce una grande voglia di crescita e un voler mantenere viva la tradizione della cucina castellana rinnovandola e presentandola in chiave moderna. Tanti piccoli assaggi di entrata hanno preparato il nostro palato in un crescendo a momenti entusiasmante. Crostino con patè di fegato di rombo, bottarga di tonno con cuori di carciofo, fagottino di melanzana ripieno di pescespada in salsa, una delicata insalata di polpo dalla cottura impeccabile, dieci e lode alle sarde marinate servite su verdure stufate, capesante gratinate in salsa di nocciole. Seducenti nella loro perfetta esecuzione i due primi: fregula in brodo ristretto di pesce con grinfia di seppia a vapore e dei colorati ravioli di pesce conditi con un guazzetto di calamari e pomodorini. Tutto all’insegna di una sobria quanto elegante semplicità, senza inutili orpelli, senza l’ossessione di voler stupire il commensale e con due obbiettivi ben definiti e centrati: sapore e leggerezza. Una serata in ristorante di quelle che ti rimangono nel cuore perché, oltre al buon cibo e alla ricca cantina regionale, abbiamo goduto di quelle vibrazioni che sono il valore aggiunto, merce sempre più rara nella ristorazione dei nostri giorni.
LA GUARDIOLA
Piazza Bastione, 4 - Castelsardo
tel.079 470755
info@ristorantelaguardiola.com www.ristorantelaguardiola.com
14 maggio 2010 alle 16:45
Splendida descrizione.
Le mie ghiandole salivari fanno gli straordinari!
Per essere completa, a mio parere, manca un indicazione (generica) del conto….giusto per capire di che morte si deve morire….
16 maggio 2010 alle 16:49
Carissimi,
Sarei curiosa di vedere pubblicato il commento di una coppia di cari amici,che il giorno di Pasqua si son voluti “regalare” un pranzo con le loro famiglie in questo “celebre” ristorante……!!!
16 maggio 2010 alle 18:24
Cara Emma, non devi far altro che dare il link di questo blog ai tuoi amici e dire loro che Taribari è uno spazio libero dove pubblichiamo qualunque intervento senza censure o tagli. Io ho risportato la mia esperienza così come la ho vissuta e se loro hanno passato momenti peggiori o migliori è benvenuto il loro contributo.
17 maggio 2010 alle 21:32
Confermo il giudizio di Piero sul ristorante la Guardiola. Io e Francesco ci siamo capitati per caso una domenica di fine aprile. Devo dire che mi aspettavo la solita cucina per turisti e invece, con mia grande sorpresa abbiamo mangiato degli spaghetti ai ricci preparati in maniera impeccabile e un fritto di mare tenero, profumato e asciutto. Il servizio cortese e attento, i prezzi nella media e sicuramente ottimi considerando la qualità e soprattutto la vista da capogiro sul mare bellissimo, che solo per quella varrebbe la pena di andarci!!!!! Ci torneremo presto
25 maggio 2010 alle 14:05
Ringrazio la mia cara amica Emma per averci chiamato in causa a proposito del bellissimo “mare nel castello”.Concordo con tutti voi nell’apprezzare e godere della magia propria del ristorante La Guardiola, della sua magica posizione e della cornice in cui si trovano i suoi 40 posti a tavola.Benedetta sia la nostra terra sarda!…Ma, perdonatemi, a volte questo non basta.E non basta sopratutto quando ti senti preso in giro da una finta eleganza, da una costruita raffinatezza e da una,e dico 1, cozza servita come antipasto con colori e sapori.Belli eh! molto belli,questo si. per non parlare della bottarga di tonno,che forse sarebbe stata anche buona,se ci avessero dato il tanto giusto per capirne il sapore,ma ahimè, così non è stato.I ravioli poi, magnifici, eccezzionali,peccato che passavano per essere ravioli di cernia,e il mare ben poco l’avevano visto,vi assicuro. Per finire poi,e questo è il pezzo forte,con il dolce raffinatissimo della casa…Continua..
25 maggio 2010 alle 14:46
Pina che fai? ci lasci col fiato sospeso… siamo in attesa del finale!
25 maggio 2010 alle 16:12
Rieccomi..scusate.Eravamo al pezzo forte si..che altro non era se non il famosissimo tortino al cioccolato,dal cuore caldo,che sicuramente molti di voi hanno avuto modo di apprezzare ogni sabato nelle nostre pizzerie di ss.X intenderci:quello che all’Antica Posta servono magnificamente e onestamente con gelato alla crema,anticipando all’ignaro cliente che trattasi di prodotto congelato,in altra vita.Loro lo fanno si.Mentre nella magnifica cornice di cotanta raffinatezza quale quella della Guardiola, forse questa piccola verità stonava, quindi perchè non tenere l’ignaro avventore nella convinzione di assaporare un magnifico prodotto fatto dal santo cuoco?ma si..è più bello!Carissimi,credetemi, noi non siamo dei gran mangiatori,ne tantomeno le ns famiglie,e vi assicuro che in questi anni abbiamo sperimentato felicemente numerosi ristoranti,in sardegna, in italia e in europa,e abbiamo una buona consapevolezza di quanto meravigliosa e appagante possa essere la ns cucina sarda…segue
26 maggio 2010 alle 09:03
Cara Pina intanto grazie del tuo intervento; come amiamo sottolineare in questo piccolo spazio sono gradite tutte le voci siano esse belle, stonate, critiche… Anche se la tua è a puntate come una fiction colombiana
)). A parte gli scherzi voglio dirti che il mio articolo ha riportato semplicemente i momenti di una cena deliziosa; quando in un ristorante non sto bene per un qualsiasi motivo cerco di dare sempre una prova d’appello; avendo fatto il ristoratore per tre quarti della mia vita so che può capitare la giornata storta. Da come scrivi mi è sembrato di capire che non si è trattato di un problema di qualità! Perciò fossi in te prima di mettere la croce proverei ancora… potrebbe valerne la pena!!!
26 maggio 2010 alle 18:13
Scusate,Piero in particolare,ieri problemi di connessione.Concludo, promesso. A mio sentire caro piero, per apprezzare appieno la magnificenza dei nostri sapori, il palato,le papille e il cervello necessitano di almeno 3/4 bocconi del cibo in questione,proprio per farlo suo, per sentirlo.E quindi mi perdonerai se di conseguenza,un solo boccone, come la povera e depressa cozza,mi sa solo di sterile risparmio.Abbraccio la tua benevola tesi che forse la caduta di stile c’è stata perchè era il giorno di pasqua, ma si,crediamoci. E comunque, per dovere di cronaca, e per Zorro..350 euro in 6:un antipasto, un primo e un dolce(finto). Le vibrazioni che sono il valore aggiunto, caro Piero, le condivido appieno, ma la prossima volta sceglierò di sentirle da uno qualsiasi dei muretti del castello, con un magico tramezzino al tonno
))
31 maggio 2010 alle 15:49
<p>cara signora Pina sino ad oggi ho letto attentamente tutte le cose da lei scritte, ma sinceramente non mi trova d’accordo su nessuna delle sue esternazioni. La prego quindi di stare attenta a quello che scrive anche perchè sulle diffamazioni c’è poco da scherzare. Detto questo cmq l’aspetto nel nostro ristorante, anche per farle capire che non siamo in una delle pizzerie di sassari (che anche noi d’inverno frequentiamo molto e con tutto il rispetto che meritano). Se poi lei è abitutata ad altre tipologie di locali …………sarebbe stato più corretto che lei quel giorno fosse venuta da noi a lamentarsi, ma visto che non ricordo nessuno che l’abbia fatto, penso che abbia sbagliato 2 volte. Con questo la saluto e le ricordo che sbagliare è umano ma perseverare ………….</p>
1 giugno 2010 alle 21:01
Gentilissimo Giampaolo,dai più o meno velati “consigli” inseriti da Lei nel suo intervento,con un tono un po’ piccato devo dire,mi sono convinta che si sia fatto l’idea che quei 6 clienti che il giorno di Pasqua sono venuti nel suo locale,fossero degli ingenuotti abituati a sbranare carne cruda nella loro grotta,che il Giorno Santo abbiano clamorosamente sbagliato “tipologia di locale”.Be’ mi dispiace ma la sua idea è a distanze siderali dalla realtà. Ma non è questo il punto e d’altronde non sento neanche la necessità di doverle dimostrare il contrario.La cosa triste è che invece lei ha dimostrato poco rispetto dei suoi clienti,tanto più se hanno una opinione diversa dalla sua. La saggezza popolare ci insegna che spesso si impara di più da una critica piuttosto che da un elogio.Le persone più accorte fanno tesoro di ciò!…..scelte! Segue…
1 giugno 2010 alle 21:03
Veda,…io in questo spazio ho solo voluto descrivere,in buona fede,una esperienza che avevo fatto e che non coincideva con quanto gli altri signori prima di me avevano descritto.Lei avrebbe potuto controbattere con mille rilievi tecnici che la sua esperienza di ristoratore le avrà sicuramente insegnato,invece ha scelto la via più facile di una risposta sterile che rimane alla fine in superficie.….Scelte anche queste!
Probabilmente seguirò il suo ultimo “consiglio”,non commettendo una seconda volta lo sbaglio di amareggiarmi durante una cena da Voi.
Noi il giorno di Pasqua abbiamo “forse” perso l’opportunità di apprezzare la luculliana bontà di quel poco che ci hanno portato (colpa certamente delle nostre papille gustative nuragiche e dei nostri grandi stomaci),Lei,ora,ha “sicuramente” perso una buona occasione per fare una bella figura con i suoi clienti. E la nostra delusione resta. La saluto caramente.