Fiorella e il suo naso…
Il profumo vive nel tempo, ha la sua giovinezza, la sua maturità e la sua vecchiaia. E soltanto se emana un aroma ugualmente gradevole in tutte e tre queste età della vita si può definire riuscito.” (P. Suskind – Il Profumo)
Uno dei motivi che mi ha fatto invaghire del cibo e del vino, e li ha fatti diventare compagni inseparabili della mia quotidianità, è l’amore per gli odori e la consapevolezza dello smisurato potere di comunicazione e suggestione che si portano dietro. Creare il proprio archivio olfattivo è un lavoro di anni che può nascere solo da una grande e spontanea passione verso odori di ogni genere; una scelta piacevole, quasi una necessità, di soffermarsi a sentire col naso ogni sentore nuovo e inserirlo nella memoria per trovarsi pronti in qualsiasi momento a provare quel piacere sottile che è il riconoscimento e il conseguente meccanismo del ricordo e del racconto.
Mi considero un privilegiato ad essermi imbattuto in una passione così legata alla natura e sulla quale c’è poco da studiare e molto da impegnarsi in un ascolto quotidiano di tutto quello che coinvolge l’apparato olfattivo.
Conosco Fiorella Ferruzzi da tanti anni e non solo per avere avuto il piacere di averla diverse volte ai miei tavoli; volto televisivo molto noto per la sua presenza in diverse reti regionali importanti, poetessa con diverse pubblicazioni alle spalle e in definitiva donna culturalmente attiva e impegnatissima. Ho scoperto con grande sorpresa, dopo averla incontrata in quella trappola che è Facebook (di cui tutti parliamo male ma tutti ci siamo dentro…), che negli ultimi anni è diventata anche un “naso”, una di quelle persone che hanno studiato per creare essenze e profumi; io che sognavo da anni di conoscere uno di questi personaggi, già lo conoscevo senza saperlo. Erano passati neanche due minuti e già le avevo ordinato due profumi su due tematiche completamente diverse e devo dire che ci ha preparato due lavori meravigliosi; il mio l’ho spruzzato su un fazzoletto da tasca e, ormai da due giorni, ne seguo l’evoluzione ora per ora; un cambiamento continuo e un divenire sempre più verso un eleganza quasi ipnotica. All’inizio il sandalo spadroneggiava con quell’arroganza che gli è tipica, ora convive in assoluta armonia con le note agrumate e di incenso insieme a tabacco e fiori secchi… Che dire? Sorpreso e rapito da tantà abilità artigiana non posso che augurare a Fiorella che questa sua nuova arte non resti troppo di nicchia e intanto mi godo il mio profumo “su misura”.
FIORELLA FERRUZZI: fiorellaferruzzi@yahoo.it
23 dicembre 2008 alle 18:17
Mitico Piero lo sapevo ke Il profumo di suskind era il libro ke ci legava…dopo la scoperta di quella lettura ank’io ho cominciato a capire il vero potere ! E come non miskiare quel potere con il cibo, il bere e il vivere?
Brindo dunque alle sante folgorazioni con un misterioso “pergole Torte” del 93′ in un tuffo di violette e lamponi……
23 dicembre 2008 alle 19:07
Azz! e ti permetti un Pergole Torte (per giunta del 93) all’ora dell’aperitivo?
C’è qualcosa che non torna
23 dicembre 2008 alle 21:37
che parole meravigliose e che onore mi fai piero tu che sei un vero intenditore!!un abbraccio all’elicriso a te e laura!!
29 dicembre 2008 alle 01:13
Avevo lasciato i ricordi di profumi dell’infanzia nascosti nei cassetti pieni della memoria.
A volte, come per le cose che hai smesso di cercare da tempo, spuntano fuori come meno ti saresti aspettato.
Due parole lette, e mi sono ritrovato tra le mani il sacchetto caldo caldo di caffè appena macinato, comprato al mokador e accompagnato fino a casa con il naso appiccicato. Arrivavo ebbro e impaziente: mamma, quando mi mandi di nuovo a comprarlo?
Oggi il profumo della terra bagnata, a stare attenti, si sentiva.
Da domani riscoprirò l’olfatto.
7 marzo 2010 alle 22:48
sono ancora stordito, piacevolmente, dai tuoi profumi.