Valutazione dell’appagamento: precisazioni

30 gennaio 2008  |  di Piero Careddu

Appagamento

Mi chiama un’amico per parlarmi della piccola orizzontale di Cagnulari che è apparsa in questo blog l’altro ieri. Mi dice: “ Ho visto che hai trovato migliore il Cagnulari di X rispetto a quello di Y e di Z….”. L’episodio mi ha fatto riflettere e pensare che si sarebbe resa utile qualche precisazione. La valutazione dell’appagamento è un parametro di valutazione organolettica di mia invenzione e, essendo una ricercata esaltazione della soggettività dell’assaggio, è assolutamente e volutamente priva di criteri scientifici e accademici. L’appagamento dato da un cibo o da un vino, nella mia applicazione, è quell’insieme di sensazioni di benessere fisico e mentale conseguenti all’assaggio e capaci di scatenare ulteriori reazioni emotive. Un punteggio di appagamento alto non sempre va di pari passo con dei buoni risultati di un metodo di degustazione ufficiale: per assurdo posso riconoscere la perfezione enologica di un grande vino tramite dei criteri accademici classici ma non necessariamente riconoscere a quel vino un alto punteggio di Appagamento; viceversa un vino benfatto ma umile e senza fronzoli potrebbe ritrovarsi con una valutazione di Appagamento più alta.

Questo perché, nelle mie intenzioni, l’obbiettivo è quello di creare un vero e proprio parametro di misurazione delle emozioni del vino che è una grande carenza di tutti gli altri metodi in circolazione. Perciò, lettori e produttori, non date grande importanza all’aspetto quantitativo dei miei giudizi ma, se posso permettermi di suggerire, imparate a usarlo anche voi creandovi dei parametri personali: scoprirete insospettabili frontiere del gusto e della soddisfazione in un bicchiere di vino o in un cibo ben preparato.

1 Commento a “Valutazione dell’appagamento: precisazioni”

  1. Michele scrive:

    hai visto la politica. Attenzione e misura. Rischio incomprensioni sempre altissimo. Attenzione! Attenzione! Attenzione Pianeta in Estinzione!

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