BANARI 2013
OSPITIAMO CON PIACERE UN ARTICOLO DEL SOMMELIER GIORGIO DEMURU
IIª RASSEGNA AGRO-ALIMENTARE “L’ARTE CHE AMA LA TERRA”
Banari 14-15 settembre 2013
Nelle giornate del 14 e 15 settembre le eccellenze eno-gastronomiche del Nord-Ovest Sardegna (con qualche significativo “sconfinamento”) hanno avuto un’importante vetrina a Banari, nella IIª Rassegna agro-alimentare “L’arte che ama la terra”, meritoria manifestazione organizzata dal “propheta in patria” Pasquale Porcu, giornalista del quotidiano La Nuova Sardegna. I numerosi visitatori hanno potuto degustare delle vere e proprie chicche nei vari stand sparsi per le stradine del piccolo centro del Meilogu.
Parallelamente, due importanti appuntamenti enologici hanno visto la partecipazione attiva della Delegazione AIS di Sassari, capeggiata dal responsabile Roberto Dessanti.
Nel pomeriggio di sabato 14, l’azienda Sella & Mosca ha proposto una verticale dell’Alghero DOC “Le Arenarie” per fare un po’ il punto della situazione, attraverso l’analisi di esperti degustatori, sul rapporto tra il vitigno Sauvignon Blanc e il territorio dell’isola, valutando il tutto nell’ottica del potenziale evolutivo nel tempo.
Come ha ben spiegato l’enologo dell’azienda, Giovanni Pinna, il Sauvignon è uno dei vitigni più precoci, viene vendemmiato intorno al 20 agosto e, per questo motivo, le uve arrivano in cantina praticamente “in solitaria”, avendo quindi il vantaggio di poter godere di tutte le attenzioni in fase di lavorazione. Per “Le Arenarie” viene effettuata la tradizionale vinificazione in bianco, con macerazione pellicolare di 10/12 ore a temperatura controllata, fermentazione in acciaio con bâtonnage sur lies e rapido imbottigliamento.
Sono state prese in esame le annate 2012, 2010, 2006 e 2001.
L’annata 2012, l’ultima in commercio, ha denotato grande giovinezza, una prevalenza – a livello olfattivo – dei sentori secondari (un po’ a scapito del varietale) e una spiccata acidità. Il 2010 è stato unanimemente riconosciuto come il migliore del lotto, grazie al prefetto equilibrio tra le diverse componenti, alla nitida riconoscibilità del varietale e alla raggiunta maturità nella piacevolezza di beva. A questo risultato ha contribuito sicuramente un’annata particolarmente ricca e abbondante, addirittura la terza, dal punto di vista quantitativo, nella ultracentenaria storia dell’azienda. Per quanto riguarda le annate 2006 e 2001, nel dibattito si è avuta una maggiore contrapposizione tra i diversi punti di vista. Pur in presenza di prodotti privi di difetti evidenti, in questi due millesimi, a parere di alcuni componenti del panel, è però emersa una certa tendenza a discostarsi dalle caratteristiche originarie del vino in questione. Segnatamente, si è fatto notare come l’impatto gusto-olfattivo virasse verso sentori quasi ossidativi, ritenuti estranei a quella tipologia di prodotto.
La diversità di vedute è stata però immediatamente e piacevolmente risolta con la quinta degustazione a sorpresa, una vera e propria rarità: il Marchese di Villamarina bianco, annata 1992 (!). Pur trattandosi di uno dei primi frutti delle sperimentazioni aziendali sul Sauvignon Blanc (che, infatti, venne vinificato in questo modo solo nelle annate 1991 e 1992, per poi rientrare nel progetto “Le Arenarie”), è stato da tutti apprezzato e considerato un capolavoro. Immediatamente sono venuti spontanei i paragoni con i blasonati Sauvignon della Loira (Pouilly-Fumé e Sancerre) e, dal punto di vista della longevità, con alcune riuscite espressioni di Trebbiano d’Abruzzo. Un “ventunenne” in perfetta forma, grande acidità, mirabile equilibrio, il passaggio in legno ben assimilato, una straordinaria bevibilità, dovuta anche al grado alcolico molto contenuto (solo 12°), un’eleganza a dir poco esemplare e una persistenza “eterna”. Davvero un fuoriclasse assoluto.
* * *
Nel tardo pomeriggio di domenica 15, i locali del Palazzo Comunale hanno ospitato la presentazione in anteprima dei due vini rossi dell’azienda Agricola Punica, il Montessu 2011 e il Barrua 2010.
Agricola Punica è diretta filiazione di due grandissime realtà enologiche: l’importante azienda isolana Cantina di Santadi e la blasonata azienda toscana “Tenuta San Guido” (Sassicaia, per intenderci).
L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi appassionati che, in un clima informale e caratterizzato da una cordiale convivialità, hanno potuto scambiare pareri e impressioni con i sommelier dell’AIS Sassari.
L’impressione generale è stata di trovarsi di fronte a due grandissime espressioni del Carignano, un importante vitigno autoctono sardo del quale, forse, non si sono ancora del tutto esplorate le enormi potenzialità.
Il Montessu 2011 (60% Carignano, il restante 40% equamente diviso tra Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Syrah) è apparso in tutta la sua gioventù, ben rappresentata dal tannino ancora scalpitante, ma si è distinto per l’eleganza e le piacevoli fruttuosità e speziatura conferite dal seppur minoritario Syrah.
Una volta versato nei bicchieri, il Barrua 2010 (85% Carignano, 10% Cabernet Sauvignon e 5% Merlot) ha subito mostrato la stoffa del fuoriclasse. Estrema complessità di profumi, un susseguirsi di nuovi riconoscimenti da un’olfazione all’altra. Nonostante la relativa gioventù, ha denotato grande equilibrio gustativo, un tannino già levigato, una componente alcolica importante (15°) ma perfettamente assimilata e per nulla fastidiosa. Un vino estremamente dinamico, un assaggio in costante progressione e una infinita persistenza giocata su piacevoli toni balsamici.
La degustazione dei due vini rossi è stata adeguatamente accompagnata da un importante formaggio della zona, il Gran Pecorino del caseificio F.lli Pinna di Thiesi, che ha riscosso grande apprezzamento tra i presenti, andando a completare un quadro più che soddisfacente, a conclusione di una manifestazione felicemente riuscita.
Sommelier Giorgio Demuru
Delegazione AIS Sassari
Commenti recenti