Le interviste / Davide Orro
Basta funerali. Qualche tempo fa abbiamo chiaccherato di Vernaccia di Oristano. RIleggendo oggi quel pezzo mi sono accorto che puzzava di funerale: evidentemente in quei giorni il mio umore non doveva essere dei migliori e l’ho trasmesso alla scrittura. E’ vero che c’è molta confusione nel mondo del vino, è altrettanto vero che gli avventurieri travestiti da guru e da opinion-leaders, siano essi enologi o produttori o giornalisti, sguazzano in questo acquitrino dove chiunque può dire e fare tutto e il contrario di tutto. Però non possiamo passare la vita a piangerci addosso senza tentare una qualche reazione e senza dare segnali concreti di resistenza, non necessariamente pacifica, a stupidità, omologazione, sciatteria. La vernaccia, per esempio, potrebbe essere uno dei tanti punti di partenza per il rilancio della tradizione attualizzata, per una conservazione non conservatrice della nostra storia e della nostra identità.
DAVIDE ORRO
Davide è una speranza per il futuro della Vernaccia e della Sardegna vitivinicola che non vuole vendere l’anima al demonio. E’giovane, 33 anni, e ha le idee chiare riguardo al suo territorio e ai suoi vini. Laureato in Agraria all’Università di Sassari è a tutt’oggi il Responsabile dei laboratori didattici della Facoltà di Viticoltura, Enologia e Tecnologia degli Alimenti di Oristano; la sua grande passione è la Vernaccia, da dieci anni circa è produttore e innovatore di uno dei vini sardi più conosciuti al mondo e lo fa in quel di Tramatza, località tra le più vocate per questo vitigno. Il nome che ha voluto dare al vino è di per se un manifesto ideologico: Crannatza è il modo più antico di Tramatza di chiamare la Vernaccia; quasi voler dichiarare in modo inequivocabile il rifiuto dello sradicamento culturale pe rincorrere mercati effimeri e spesso traditori. Davide è anche un ricercatore del settore alimentare: ha rilanciato s’Olia Pistada, una deliziosa oliva denociolata conservata nell’olio extravergine del loro territorio, uno di quelli a più alta vocazione olearia del mondo. Un grazie a Davide e un invito a tenere duro mantenendo alto il nome della Vernaccia.
CRANNATZA 2004
Vernaccia della Valle del Tirso igt
Famiglia Orro – Tramatza (Or)
Veduta di giallo ambra con riflessi oro, cristallina e lucente. Naso ampio e appagante; su base di lieviti e pasticceria si sviluppano note evolute di fiori secchi di camomilla, cannella, liquirizia e fichi caramellati. In bocca ha un ingresso garbato con immediata espansione del frutto; trama di seta con sensazioni grasse e rotonde contenute da note di freschezza e sapidità balsamica. Ritorno retronasale di frutta candita e mandorla, con finale di pane dolce speziato.
A tavola con: Tagliolini alla bottarga di muggine, anguille alla brace, muggine affumicato, formaggi erborinati, pane di sapa e amaretti.
Valutazione dell’appagamento: 88/100
LA MINI INTERVISTA: Sassari, 21 marzo 2008 ore 10.30
DAVIDE NON TI SENTI UN EROE? SAPPIAMO TUTTI QUANTO E’ DIFFICILE PROPORSI OGGI, SOPRATTUTTO DA SARDI, IN UN MERCATO DEL VINO SEMPRE PIU’ DURO; TU HAI PER GIUNTA CONTRO DI TE LA TUA GIOVANE ETA’ E L’AVER SCELTO UN VINO DIFFICILE COME LA VERNACCIA.
Mi sento uno a cui piace fare il vino e cerco di farlo nella maniera più onesta possibile, senza bluff e lasciando parlare la nostra uva, il nostro terrritorio, il nostro microclima. E’ vero che è un momento difficile e lo è ancorpiù il vino che mi è “toccato” produrre ma le sfide non ci fanno paura.
COS’E’ CRANNATZA?
E il modo di fare vernaccia a Tramatza, il paese dove mando avanti la mia attività. Utilizziamo metodi di allevamento e di vinificazione vecchi di secoli; non mi piace sbandierare, come fanno molti, la bandiera dello pseudo-biologico: i miei interventi chimici in vigna sono pochi e rarissimi ma a volte, se vuoi salvare una vendemmia, sono una triste necessità. Nonostante tutto credo di essere più biologico di molti altri che lo gridano ai quattro venti giocando con l’ingenuità dei consumatori.
COME CERCHI DI CONTRIBUIRE A SALVARE LA VERNACCIA?
Intanto producendola con serietà e attenzione, cercando di presentarla come un tesoro che ci tramandiamo di generazione in generazione. E poi sono molto orgoglioso della nostra attività parallela di Fattoria didattica: sia il turista di passaggio che le scuole hanno la possibilità di visitare la nostra Fattoria, seguendo l’intero ciclo produttivo; dalla coltivazione della vite a tutte le fasi della vinificazione della Vernaccia; la coltivazione dell’olivo e la produzione del nostro olio extravergine d’oliva. Un altro momento didattico entusiasmante avviene quando cerchiamo di insegnare ai giovani le differenze fra le varie farine e i pani della tradizione.
Si creano delle situazioni per noi molto appaganti: il poter insegnare i valori del lavoro della terra e dell’alimentazione tradizionale e genuina è un grande privelegio.
PROGETTI?
Arrivare a produrre una vernaccia perfetta e costante nella qualità e nelle caratteristiche organolettiche; produrla senza dover indicare l’anno di vendemmia per non aver riferimenti temporali che condizionino l’assaggio.
GRAZIE DAVIDE
FAMIGLIA ORRO
di Davide Orro – Via G. Verdi, 09070 Tramatza (Or)
tel.3477526617
22 marzo 2008 alle 12:18
Grazie Piero,
è un vero onore quello che mi concedi con questa intervista, più che un onore per me una opportunità per un prodotto, ” La Vernaccia di Oristano”, che io con il contributo fondamentale di tutta la mia Famiglia stiamo proteggendo da una inevitabile estinzione dettata dalla globalizzazione del settore.
Si, la Famiglia Orro, è forse questo il successo dell’operazione!!!!!! Ognuno ha un ruolo fondamentale è un fine equilibrio, proprio come lo è la Vernaccia di Oristano “un fine equilibrio tra olfatto e palato”.
Spero, di resistere, grazie per l’incoraggiamento, io metterò tutto il mio impegno per la valorizzazione del patrimonio rurale del mio territorio, della Vernaccia e non solo!
22 marzo 2008 alle 12:41
Conobbi davide molti anni fa, lui lo ricorderà, durante una degustazione di vernacce riservata a sole donne tenutasi nella piccola e suggestiva sala conferenze della libreria Odradek. Eravamo i due soli maschietti, lui in quanto produttore io come maestro di cerimonie che guidavo le degustazioni. Fu amore a prima vista con la sua splendida Crannatza che ci emozionò tutti (ed elevò di molto il livello alcolico del gineceo che divenne incontrollabile!) e dimostrò che se giustamente servita e presentata è un vino che può avere grande successo senza dover scendere a compromessi.
Caro Davide verremo a trovarti con la “gastronave” di Taribari per fare incetta di Crannatza e olia pistada! Saludu
24 marzo 2008 alle 23:32
Solo un pensiero appassionato, alla vernaccia in generale ed al lavoro di Orro in particolare, affinchè questo vino così speciale possa godere del futuro luminoso che merita. La vernaccia per Oristano ed il suo territorio è un testimone importante, può portarne i caratteri ed i profumi in tutto il mondo. Auguri!!
27 ottobre 2008 alle 23:28
Per favore portatela anche in Olanda. Oggi ci ho trovato un vermentino (non parliamo dei vari pseudospumandi e lambruschi italiani) ma vogliamo mettere sa crannaccia???
Saluti