LA FELICITA’ E’ UN DOLORE CHE RIDE: PARALLELO 41 E LE CANZONI DI PINO PIRAS

27 dicembre 2010  |  di Antonio Canu

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“Un home del pais” è l’ultimo lavoro prodotto, insieme a un ispiratissimo Claudio Gabriel Sanna, da Claudia Crabuzza. Non solo un modo per alleviare lo spasmo dell’attesa per un nuovo disco dei suoi Chichimeca, perla perduta della musica prodotta in Sardegna, ma un lavoro di epocale importanza che, privo di qualsiasi calligrafismo filologico o commemorativo e composto da un cd e da un dvd con un delicato e struggente documentario realizzato dalla stessa Crabuzza, vuole ricordare e tramandare la musica e la storia di Pino Piras. Algherese,nato nel 1941 e morto giovane a soli 48 anni, Pino Piras è stato uno dei più grandi cantautori all’interno della scuola ideale dei musicisti del mediterraneo, degno di sedere al fianco del catalano Ovidi Montillor, del libanese Marcel Khalif, di George Brassens e del Fabrizio de Andrè di “Creuza de Ma”. A dispetto dell’essere nato povero, primo di 12 figli, in un vicolo dell’Alghero vecchia “amb los ratons, las gatas i las bassas”, come diceva lui stesso, e del non esser potuto andare con gli studi oltre la scuola elementare, a dispetto di una vita di giovanissimo manovale poi emigrato in Germania e a Milano a lavorare in fabbrica, è stato uno straordinario autore di canzoni, poesie, racconti, favole e commedie, che lui stesso metteva in scena come regista con la sua Companya del Raganal. Ma soprattutto è stato un artista che ha invertito la consuetudine di trasmissione del folklore e della tradizione per cui sono i vecchi che la insegnano e la passano ai giovani. Chi, negli anni ’70, lo incontrava dopo aver sentito le sue canzoni, cantate in algherese e  che tutti ad Alghero, giovani e vecchi, conoscevano e cantavano,  rimaneva infatti stupito dal trovarsi di fronte non un vecchio cantante folk ma un giovane dai capelli lunghi, i pantaloni a zampa di elefante e la giacca di pelle con le frange.
E non è strano che tutti gli algheresi sentissero le canzoni di Pino Piras come parte integrante della propria storia e della propria tradizione. Unitamente alla cantabilità e alla bellezza delle melodie, alle tematiche dei testi, legate spesso alla vita quotidiana e trattate con ironia tutta algherese anche quando degli algheresi metteva alla berlina i difett,i e con una strana ed originale malinconia – “la felicitat és la dolor que riu”, diceva – era l’uso della lingua a conquistare. L’algherese delle sue canzoni infatti è ricco e meraviglioso, un algherese di muralla che è gesto politico di ribellione al tentativo di certi intellettuali di catalanizzazione forzata della realtà linguistica esistente.
Immaginiamo sia tutto ciò ad aver spinto Claudia Crabuzza ad interpretare in questo cd con Claudio Gabriel Sanna le sue canzoni preferite di Pino Piras che scoprì quando bambina le sentiva cantare da suo padre nelle notti d’estate. Così, lucidate a nuovo e riarrangiate, sembrano ancora più belle e di straordinaria attualità. Tra queste spiccano su tutte le altre, pur bellissime, “Passa Jesù Crist” cantata da Claudia con un trasporto al limite della trance e “Una espécie de companyò”, esempio perfetto di quella ironica ed empatica comprensione anche per i personaggi equivoci che a questi livelli si trova solo in De Andrè e cantata da un Claudio Sanna in stato di grazia (la sentisse Veloso ne farebbe un successo mondiale).  Ma ognuno dei brani è scoperta e meraviglia, come la grazia e la forza con cui Claudia e Claudio li interpretano.
In abbinamento un  vino algherese prodotto dal “gigante” Sella & Mosca all’insegna, come la lingua di Pino Piras, del meticciato e della contaminazione. Il Parallelo 41, un vino da quelle uve di Torbato che, arrivate dalla Spagna e che la cantina algherese salvò dall’estinzione, si uniscono con il vino ottenuto delle uve Sauvignon che sui terreni algheresi, sabbiosi e calcarei, hanno trovato perfetta dimora. Fresco e pungente seppur già perfettamente formato al suo apparire ogni annata sul mercato, raggiunge sensuale e setosa rotondità negli anni successivi. Compratene due bottiglie, una giovane ed una più vecchia, per godere appieno dell’abbinamento con le mutevoli emozioni che donano le canzoni di Pino Piras in questa nuova e inarrivabile veste di “Un Home del pais”.

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