Archivio della Categoria Canzoni ubriache

Jim Carrol è volato in cielo. Cazzi degli angeli!

16 settembre 2009  |  di Antonio Canu

jim_carroll.jpgJim Carrol è morto. Un infarto se l’è portato via lo scorso venerdì, ma la notizia è circolata solo ieri. Non so se i dischi di rock’n'roll possano davvero cambiare la vita delle persone. Posso solo dire che a me questo musicista, poeta e scrittore qualcosa dentro, un tempo in cui ero più giovane e più stupido, l’ha cambiata davvero e per sempre. (continua…)

Ijahman Levi: reggae biodinamico

10 settembre 2009  |  di Antonio Canu

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Il più intenso, spirituale, mistico tra i dischi della storia del reggae: “Haile I Hymn”. Il primo disco di Ijahman Levi, uscito nel 1978 per la Island, è il lavoro di un profeta. E pensare che al suo apparire nei negozi di dischi i soliti integralisti, prevalentemente bianchi, del reggae lo snobbarono considerandolo poco “nero”. (continua…)

I Fat Freddys Drop e l’ital food di Saccheddu

12 marzo 2009  |  di Antonio Canu e Giuseppe Marongiu

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Giuseppe Marongiu è un giornalista. Bravo. Molto. E, a dispetto della giovane età, è un giornalista vecchio stile. Di quelli che in testa alla lista delle spese sostenute per inseguire il proprio fiuto hanno le suole delle scarpe e l’acquisto di bloc notes e penne bic. Giuseppe sostiene di non capire di musica e di non saper scrivere su questo argomento. L’articolo che segue, che ci ha gentilmente inviato, lo smentisce: stile, punteggiatura, ritmo e storia SONO musica. Riproducono esattamente la musica che c’è nel disco di cui parla. Tanto che intervenire in coda al suo articolo come da lui richiestomi mi sembra superfluo. Non parlerò del disco perciò, ma solo degli abbinamenti enogastronomici. (a.c.) (continua…)

Ricordare John parlando di Chet…

7 marzo 2009  |  di Piero Careddu

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Questo pomeriggio stavo pensando di scrivere qualcosa su “The last great concert” di Chet Baker, quel miracolo in forma di disco che fu l’ultimo concerto del cantante-trombettista per la radio tedesca. Lo ascoltavo in macchina andando al lavoro e, immerso in quel liquido amniotico che creano le note e gli arrangiamenti rarefatti di questo capolavoro, pensavo alla vicenda di quella registrazione in diretta radiofonica. Il tutto avvenne poche settimane prima della morte di Chet. (continua…)